Sarzana

Sarzana sorge a pochi chilometri dall'estuario del fiume Magra, in una zona relativamente pianeggiante ad est del fiume. Il nome Sarzana appare citato per la prima volta in un diploma dell'imperatore Ottone I del 963, nel quale viene riconosciuto al vescovo di Luni il possesso del castrum Sarzanae. La decadenza della vicina Luni, provocata dalle incessanti e devastanti incursioni dei Saraceni, fu tra le cause della crescita di Sarzana, dove nel 1204 fu trasferita la Sede Vescovile. Dopo alterne vicende, che videro i Pisani, i Visconti, i Genovesi ed i Fiorentini contendersi il dominio della città, Sarzana passò definitivamente sotto il dominio della Repubblica di Genova, prima attraverso il Banco di San Giorgio e poi, nel 1562, direttamente, seguendone le sorti fino alla annessione al Regno di Sardegna e alle vicende che portarono all’Unità d’Italia. Sarzana fu protagonista nell'estate del 1921 di gravi contrasti tra la popolazione e le squadre fasciste, culminati il 21 luglio nei cosiddetti Fatti di Sarzana, quando uno sparuto numero di carabinieri al comando del capitano G. Jurghens e i cittadini sarzanesi si opposero fieramente a 600 fascisti armati, mettendoli in fuga. Il fatto è ricordato nel film di Luigi Faccini Nella perduta città di Sarzana.

La posizione strategica di Sarzana ne fece un borgo conteso tra gli stati limitrofi. La città fu pertanto dotata nel corso dei secoli di un importante sistema di fortificazioni di cui sono giunti ai giorni nostri la fortezza di Sarzanello,che sorge sulla collina omonima a pochi km dal centro storico, la Fortezza Firmafede o Cittadella, il Torrione Testaforte a sud ovest, il Torrione Genovese ed il Torrione Stella a nord ed il Torrione San Francesco a nord est.

La Fortezza di Sarzanello, uno dei simboli della città di Sarzana,è composta da un elemento principale, la fortezza vera e propria, a pianta triangolare, con ai vertici tre bastioni, e da un rivellino triangolare collegato attraverso un ponte volante, così da formare con il primo elemento una sorta di rombo costituito da due triangoli. La lenta e progressiva decadenza di Luni portò i suoi abitanti a migrare sui colli circostanti, dando vita a nuovi borghi tra cui un borgo murato attorno al palazzo vescovile di Sarzanello, di cui si ha notizia a partire dal 963. Il palazzo fu modificato sia nel periodo che va dal 1314 al 1328 ad opera del vicario imperiale Castruccio Castracani, plenipotenziario della zona,sia più tardi dai Campofregoso di Genova fino alla venuta della signoria fiorentina, allorché Lorenzo il Magnifico decise di munire una terra tanto strategica per il controllo della Toscana con opere difensive d'avanguardia e incaricò Francesco di Giovanni detto il Francione e Luca del Caprina di progettare la nuova fortezza di Sarzanello che trasformò radicalmente quel che restava del castello vescovile e ne inglobò le strutture residue. L'opera fu completata nel 1502 seguendo il progetto fiorentino, quando Sarzana era già in possesso del genovese Banco di San Giorgio. Completata la costruzione della fortezza, con i tre torrioni ai vertici, si iniziò la realizzazione del rivellino per proteggerne l’ingresso e ulteriori ammodernamenti vennero apportati dai francesi agli inizi del XVIII secolo. Nel 1747, durante la guerra per la successione austriaca, per ragioni strategiche, il borgo di Sarzanello venne abbattuto e riedificato più a sud, dove si trova tuttora. Percorrendo per intero il cammino di ronda della fortezza si ha una visione completa e suggestiva della valle del Magra e, oltre a dominare con lo sguardo la Cittadella di Sarzana, si scorgono i borghi di Ameglia, Montemarcello, Trebiano, Arcola, Vezzano, Bolano, Ponzano Superiore, Fosdinovo, Castelnuovo Magra, Nicola e Ortonovo.

Fortezza Di Sarzanello
Fortezza Di Sarzanello 8

La fortezza "Firmafede" o Cittadella fu costruita nel 1249, insieme con la cinta muraria della città, dai Pisani alleati coi Sarzanesi. L'intero complesso fu distrutto dai Fiorentini guidati da Lorenzo De' Medici nel 1487 durante la "Guerra di Serrezzana" e riedificata su progetto di Giuliano da Sangallo, Francesco di Giovanni detto il Francione e Luca da Caprina. La fortezza fu oggetto di modifiche e ampliamenti nel XV e XVI secolo e fino a poche decine di anni fa il complesso era ancora utilizzato come carcere. Dopo un lungo lavoro di restauro è stata riaperta al pubblico nel 2003. Oggi e' spesso utilizzata come sede di manifestazioni e mostre.

Costituita da un corpo di fabbrica principale, di forma quadrilaterale regolare, con al suo interno un maschio centrale, è circondata da un imponente sistema murario di difesa, a cui è frapposto un ampio e profondo fossato. L'accesso principale avviene tramite un percorso che passa attraverso un ponte in pietra che conduce al portone principale, il quale si apre su un cortile interno molto ampio.

Fortezza Firmafede   Mastio
Fortezza Firmafede 3

 Il Torrione Testaforte fu costruito nel 1513 dal podestà sarzanese Luchino Stella. Sul torrione la famiglia Carpena costruì successivamente la propria residenza, Villa Carpena appunto. Il torrione si congiunge con la Cittadella attraverso un camminamento che sormonta Porta Romana, l'accesso meridionale della città. Dalla parte opposta, Porta Parma, accesso settentrionale della città, è l'anello di congiunzione tra altri due torrioni: il Torrione genovese o di S.Giorgio, sul cui bastione è visibile San Giorgio, simbolo di Genova, che uccide il drago, ed il Torrione Stella. A pochi metri dalla porta parte una strada lastricata in ciottolato detta via Torrione Genovese, che ripercorre le antiche mura fino a raggiungere piazza San Giorgio, antica sede della dogana, oltrepassando l'elegante portico di palazzo Fiori e una suggestiva volta. Dalla parte opposta a via Torrione Genovese, si dipana via Torrione San Francesco che conduce al torrione omonimo, anch'esso edificato nel 1513 come ulteriore difesa della zona settentrionale della città.

Via Mazzini è la via principale del centro storico. Su di essa si affacciano i più importanti edifici civili e religiosi della città, spesso ottenuti dal riarrangiamento di edifici preesistenti.

Procedendo da Porta Romana in direzione di Piazza Matteotti si apre sulla destra Piazza Firmafede, che ha sullo sfondo l’Oratorio della Misericordia, appartenuto all’omonima confraternita costituita il 1 aprile 1578 con lo scopo di assistere gli indigenti, gli infermi, i carcerati, i condannati a morte. Edificato tra il XVI e il XVIII secolo ha una facciata di gusto settecentesco con portale dorico ed è costituito da un'aula rettangolare con volta a botte e abside rettangolare voltata a cupola. Ai lati dell'abside sono posti tre locali voltati. Dopo un lungo periodo di abbandono e di decadenza il recente restauro lo ha restituito alla città come sede del Museo diocesano, in cui sono conservati tra l’altro dipinti su ardesia che provengono dalle Chiese di Santo Stefano Magra e di Arcola (Santi Stefano e Margherita), oltre a molti arredi liturgici in argento, una piccola Madonna di alabastro della seconda metà del XIV secolo, una tela del Fiasella del soppresso Convento delle Clarisse e un parato del XV secolo.

Più avanti si incontra Piazza Garibaldi realizzata, all’inizio del XIX sec., utilizzando il chiostro e un’ala del Convento delle Clarisse, tuttora parzialmente riconoscibile negli interni del Caffè del Teatro, e ricoprendo molta parte del fossato che circondava le mura di Sarzana. Su di essa si affacciano il Monumento a Garibaldi dello scultore sarzanese Carlo Fontana e il Teatro Impavidi, eretto nel 1809 sulle rovine del convento di San Domenico, del quale restano intatte una lunetta nei camerini e il chiostro in un palazzo adiacente, per volontà di otto “impavidi” cittadini sarzanesi, ricordati nella lapide posta sul lato sinistro dell'ingresso secondario, che volevano offrire alla città un centro di cultura e svago. La sala del teatro è a ferro di cavallo, ripartita su tre ordini di palchi con loggione decorati da pregevoli stucchi di gusto tardo-settecentesco. La facciata, con due ordini di finestre alcune delle quali timpanate, è arricchita da un elaborato cornicione, da alcune lesene e dalla presenza di vari oggetti di ferro battuto.

Procedendo ancora verso piazza Matteotti troviamo in successione sulla sinistra palazzo Massa Neri, il palazzo vescovile, palazzo Magni Griffi e, quasi di fronte alla pieve di Sant'Andrea, i resti trecenteschi della casa torre della famiglia Buonaparte.

Palazzo Massa-Neri faceva parte dell’antico convento delle Clarisse, fu poi adibito ad albergo e infine acquistato e ristrutturato nel 1840 da Pietro Neri, con la realizzazione di sale affrescate con volte a vela e scaloni in marmo. Il giardino, l’antico orto del convento, è arricchito da una vasca ottagonale con quattro statue raffiguranti le quattro stagioni.

Il Palazzo Vescovile, edificato tra il 1465 e il 1471 ed ampliato in epoche successive, conserva interni affrescati fra cui la cappella e la sala maggiore con ritratti ad affresco di prelati diocesani. Al palazzo si accede tramite un arco settecentesco con lapide marmorea recante lo stemma della diocesi.

Palazzo Magni-Griffi apparteneva ai Magni, originari di Como, imparentati poi con la nobile famiglia sarzanese dei Griffi, risale al Settecento ed è in stile neoclassico. Il piano terreno presenta un portale in marmo con capitelli dorici e finestre circondate da bugnato liscio. I piani superiori alternano finestre timpanate ad altre con frontone curvilineo. Molto interessanti l'atrio e lo scalone di gusto barocco. Nell’atrio si trovano lapidi ed iscrizioni latine di incerta provenienza che fanno riferimento alle arti e ai mestieri. Nel cortile interno si trovano tracce di un dipinto a soggetto agreste molto danneggiato.

La Casa torre Buonaparte è un edificio nella cui parte bassa, rivestita in marmo, si aprono due grandi archi in stile gotico. I Buonaparte che l'abitavano rivestivano in Sarzana la carica di notai imperiali; nel 1512 Francesco si trasferì in Corsica e dalla sua discendenza nacque Napoleone.

Sulla destra di Via Mazzini si succedono, invece, la Cattedrale di Santa Maria, palazzo De Benedetti in angolo con piazza Niccolò V, palazzo Tusini, palazzo Picedi Benettini, la pieve di S.Andrea, il palazzo del Loggiato in via Buonaparte ed infine palazzo Podestà Lucciardi in angolo con piazza Matteotti.

La Cattedrale di Sarzana, dedicata a Santa Maria Assunta, fu edificata sull'area dove sorgeva la Pieve di San Basilio a partire dal 1204, in seguito al trasferimento della sede vescovile da Luni a Sarzana. I lavori di costruzione della facciata terminarono nel 1474 con il compimento della parte superiore della facciata ad opera di Leonardo Riccomanni da Pietrasanta. Due serie di archetti trilobati, corrispondenti alle navate laterali, sostengono il cornicione, sormontato dalle statue dei papi sarzanesi Sergio, Eutichiano e Niccolò V, collocate nel 1735. La chiesa è in stile romanico-gotico, con la facciata in marmo bianco, rosone gotico del Riccomanni e campanile ornato da bifore, trifore e quadrifore con coronamento merlato di tipo militare. Sulla facciata della cattedrale, in alto sulla sinistra, si vede una spada conficcata messa, secondo la leggenda, dopo la guerra di Sarzana a stabilire una pace duratura. L'interno è a croce latina, suddiviso in tre navate da ampie arcate costituite da pilastri ottagonali raccordati da archi a tutto sesto. Il soffitto è a cassettoni in legno, intagliato da Pietro Giambelli tra il 1662 ed il 1670. A destra dell’altare maggiore si trova la Cappella delle Reliquie, in cui è conservato un ricco reliquiario intarsiato di pietre preziose di provenienza genovese in cui si crede sia conservato il Preziosissimo sangue di Cristo raccolto sul Calvario da Nicodemo d'Arimatea e miracolosamente giunto in un'ampolla sulle spiagge di Luni. Il reliquiario è collocato dietro la tela di Domenico Fiasella raffigurante la Gloria del Preziosissimo Sangue, che viene rimossa in occasione della solennità del Preziosissimo Sangue, il lunedì che segue la festa della Santissima Trinità. Alla sinistra dell’altare si trova la cappella del Crocifisso, in cui si trova l’opera di maggior valore della cattedrale, il crocifisso del lucchese Mastro Guglielmo, dipinto nel 1138 su tela applicata ad una tavola. Si tratta del più antico crocifisso realizzato secondo l'iconografia Christus triumphans. Intorno al Crocifisso sono dipinte la Madonna, il Bacio di Giuda, le Marie al Sepolcro, l'Incontro sulla Via del Calvario, la Deposizione dalla Croce, i Profeti Isaia e Geremia, i simboli dei quattro Evangelisti. All’interno della cattedrale di S. Maria sono conservate alcune delle più belle opere del pittore sarzanese Domenico Fiasella: oltre alla già citata Gloria del Preziosissimo Sangue,si segnalano i Santi Lazzaro, Nicola e Giorgio, le Sante Apollonia, Lucia e Cecilia, la Visitazione della Madonna a Santa Elisabetta, il Martirio di Sant'Andrea e La Strage degli Innocenti. Degni di nota anche, nel presbiterio, i Santi Clemente Papa, Filippo Neri, Lorenzo e Lazzaro, capolavoro del Solimena, le ancone marmoree di Leonardo e Francesco Riccomanni, collocate sull’altare maggiore, nella cappella della Purificazione e nella cappella di San Tommaso, una terracotta della scuola di Luca Della Robbia e due busti in marmo di Giovanni Baratta, nonché l'organo, collocato nella cantoria sopra l'ingresso, realizzato tra il 1840 ed il 1842 dalla fabbrica "Fratelli Serassi" di Bergamo.

Cattedrale Di Santa Maria
Cattedrale Di Santa Maria Particolare
Oratorio San Girolamo
La Facciata Della Cattedrale E Palazzo De Benedetti

Sul lato sud-est della piazza Nicolò V, in angolo con via Dietro il Teatro si trova l'Oratorio della Confraternita di San Girolamo, una delle più antiche di Sarzana. Edificato nel XV secolo in forma quadrangolare, fu ridotto all'attuale forma ellittica con l'estradosso ottagonale all'inizio del secolo XVIII, secondo un modello diffuso in area ligure. Suggestiva è la volta affrescata con la Gloria di Dio Padre preceduta da una balconata sulla quale appoggiano le statue delle Virtù.

Palazzo De Benedetti, in angolo con la piazza della Cattedrale, chiude il fronte superiore di questo tratto di via Mazzini. Costruito nel 1472 dai Calandrini con severo bugnato a piano terra e cornice marcapiano al piano nobile, passò ai De Benedetti che, nel XIX secolo, fecero affrescare i saloni del piano nobile dal pittore sarzanese Belletti.

Palazzo Picedi-Benettini sorse nel 1720 su fondazioni medievali di cui non rimane più traccia. La facciata settecentesca è caratterizzata a piano terra da bugnato liscio in pietra con pregevoli grate in ferro battuto, opera dei fabbri sarzanesi, alternate a portali in marmo. Sul portale d’ingresso si trova lo stemma gentilizio della famiglia. Al piano nobile la facciata presenta il tipico schema rinascimentale di finestroni ornati da frontoni alternativamente triangolari e curvilinei, completati da motivi floreali. All’ ultimo piano ci sono sette finestre rettangolari, sorrette da balaustre a colonnina. L’atrio presenta busti in marmo raffiguranti imperatori romani e una cancellata in ferro battuto sul fondo, mentre la scala è in pietra di Lavagna.

Palazzo Tusini fu costruito nel XVI secolo dalla nobile famiglia dei Bernucci presumibilmente su una preesistente casa-torre medievale, ma ha subito nel tempo vari rimaneggiamenti. La forma attuale risale al ’700 ed è caratterizzata da una facciata sobria con finestre sovrastate da timpani spezzati includenti eleganti motivi a conchiglia. Nel 1850 il palazzo fu ceduto alla famiglia Tusini che rifece il pavimento a scacchiera in marmo bianco e grigio e sostituì la scala di ardesia con una in marmo. L’atrio presenta affreschi neoclassici, parzialmente rimaneggiati. Nel cortile si trovano ampie vasche destinate a contenere olio e i resti di una grande stadera, segno che la famiglia Bernucci derivava le proprie ricchezze dalla terra.

Chiesa Di SantAndrea Portale
Chiesa Di SantAndrea 2

La Pieve di Sant'Andrea è l'edificio sacro più antico di Sarzana,ricordata per la prima volta come sede del Sinodo del 1137. La costruzione iniziò tra il X e l’XI secolo con impianto romanico a tre navate. A questa fase costruttiva risale la bifora di facciata, ornata da una testa apotropaica simile ad altre rinvenute in Lunigiana. Nel 1330 la chiesa fu parzialmente demolita e venne rialzata la torre campanaria; nel 1579 l'intera costruzione venne ampliata e ristrutturata, accorpando le tre navate in un'unica aula mono absidata e voltata a botte. Le basi dei pilastri che dividevano la chiesa antica in tre navate sono state rinvenute nel corso di recenti restauri. La facciata è decorata da un portale cinquecentesco con stipiti ornati da due cariatidi femminili e architrave decorato con testine di angelo e festoncini di frutta, sormontato dalla stella ad otto punte, il sidus, simbolo degli Anziani del comune di Sarzana. All’interno della chiesa si trovano diverse opere di rilievo tra cui un’acquasantiera costituita da un capitello rovesciato, probabilmente un frammento proveniente da Luni, e il fonte battesimale, collocato nel presbiterio, costituito da un catino decagonale in cui sono scolpiti puttini intercalati da festoni di frutta realizzato dal carrarese Giovanni Morelli sul finire del secolo XVI, mentre la parte lignea fu intagliata dal massese Giulio Gianozzi e dipinta da Niccolò Carretto di Camaiore. Si segnalano inoltre le sculture marmoree del XIV e XV secolo raffiguranti il patrono di Sarzana, Sant'Andrea, ed i santi Pietro e Paolo, anticamente collocate sul portale,e dipinti del XIV e XV secolo tra cui la Vocazione di San Giacomo e San Giovanni e la Vocazione di Santa Chiara di Domenico Fiasella. L'organo della pieve, opera del tedesco Giorgio Steiniger nei primi anni del XVII sec., contiene parti originali tra le più antiche della diocesi.

In angolo con Piazza Matteotti si trova Palazzo Podestà Lucciardi, dall’architettura neoclassica. Al piano terra si trova lo storico bar Caffè Costituzionale che, con lo scomparso Caffè Gioberti, dall’altro lato della piazza, fu luogo di incontro del nostro Risorgimento. Il palazzo, che occupa con il fianco tutto lo spessore dell’isolato fino a via dei Fondachi, fu costruito nel 1819 su progetto dell’architetto Carlo Barabino, progettista del teatro Carlo Felice di Genova, riorganizzando edifici precedenti senza cancellare completamente le strutture antiche. Il piano terra è decorato a bugnato che si allarga a ventaglio sugli archivolti delle cinque porte uguali. Il piano nobile ha cinque ampie finestre rettangolari, di cui quella centrale presenta un terrazzo con balaustra a colonnine in marmo; al secondo piano le finestre sono ridotte ad 1/3 di altezza. Il tetto culmina con un'altana a forma di tempio dorico. L’atrio ha una pavimentazione a scacchiera bianca e grigia e presenta un rosone con pregevole lampadario in ferro battuto.

Palazzo Podest Lucciardi
CSC 0406

Piazza Matteotti, a forma di trapezio irregolare, sorta sulla piana alluvionale situata tra il torrente Calcandola e il nucleo originario del borgo di Sarzana, già nel Quattrocento era lo spazio civico più importante di Sarzana e venne scelta per la costruzione del nuovo Palazzo pubblico. Al centro della piazza si trova il monumento ai caduti di tutte le guerre dello scultore sarzanese Carlo Fontana, raffigurante la Vittoria alata ferita. La Piazza è attorniata da palazzi di diverse epoche tra cui si distinguono, oltre al già citato Palazzo Podestà Lucciardi, il Palazzo Comunale (Palazzo Roderio), Palazzo Fontana, Palazzo Remedi, Palazzo Lucri, Palazzo Zacchia Arzelà, Palazzo Benedetti.

Palazzo Lucri
Piazza Matteotti 5

Il primo progetto del Palazzo comunale risale al 1466 ma i lavori furono ripetutamente interrotti a causa del susseguirsi dei conflitti per il possesso della città. La costruzione venne ultimata nel 1554 con sostanziali modifiche rispetto al progetto fiorentino a favore di forme che ricordano la tradizione genovese. E’ invece del 1800 il portico affacciato su piazza Luni ed il terrazzo che, sostenuto da due colonne, si affaccia su piazza Matteotti sovrastando la porta principale. Il prospetto presenta le cinque finestre del piano nobile sormontate da un piano d'attico decorato a motivi floreali. Dall’ingresso si entra in un ampio cortile quadrato, circondato da un colonnato in marmo che sorregge le logge superiori, nel quale sono collocati frammenti di colonne, capitelli, basamenti provenienti da Luni, nonché la pregevole tomba del giurista Benedetto Celsi morto nel 1537. Le pareti sono decorate da stemmi dei Podestà che hanno governato sulla città e da un esempio antico di stemma in marmo della città di Sarzana. La scala, elegante nelle forme, riprende il tema delle colonne piccole e tozze che si adattano all'inclinazione della rampa, tipico dei palazzi genovesi del secolo XVI. Al piano superiore, a lato della porta d’ingresso della sala consigliare, è murato un bassorilievo del XVI secolo raffigurante San Giorgio che uccide il drago. La sala consiliare, che affaccia sulla piazza con tre finestre del piano nobile, è coperta da una volta a padiglione e contiene i ritratti di illustri sarzanesi (papa Niccolò V, il Cardinale Filippo Calandrini, il giurista Francesco Cicala, il gesuita Nicolò Mascardi). In una delle sale attigue è conservato il dipinto su tela di Stefano Lemmi, proveniente dall'Oratorio della Santissima Trinità, raffigurante la Trinità con la Vergine Maria, Sant'Andrea e San Nicodemo. Sullo sfondo del dipinto si può riconoscere il profilo di Sarzana con la Fortezza di Sarzanello ed i campanili della Pieve di Sant'Andrea e della cattedrale di Santa Maria.

 Palazzo Fontana in origine fu residenza del marchese Bordigoni, poi dei Sarteschi, finché, nel 1937,fu acquistato dalla famiglia dello scultore Carlo Fontana. Nell’atrio si possono ammirare molte opere dell’artista.

Palazzo Remedi, all’angolo di via Fiasella, fu edificato nel XIV secolo e poi rimaneggiato e presenta una facciata lineare con marcapiano tra piano terra e piani superiori, con portone ad arco sovrastato dallo stemma dei marchesi Remedi. Del palazzo originario rimane un porticato in marmo. L'atrio rettangolare interrotto da pilastri a base quadrata è decorato con busti e medaglioni celebrativi e una grande ninfa del Seicento. Al piano nobile si trova una sala dipinta con danzatrici dell'inizio dell'800.

Nell'angolo di nord-est, sulla parte sinistra di piazza Matteotti, si trovano gli unici portici della città. In uno dei pilastri si scorge una colonna avente sul capitello, scolpita in bassorilievo, una scarpa, presumibilmente l’insegna di un ciabattino; è stato confermato, infatti, che i portici ospitavano diverse botteghe artigianali. Qui sorge l’imponente palazzo Lucri, già Parentucelli-Calandrini, dove secondo la tradizione nacque il papa Niccolò V. Il palazzo è appoggiato su un ampio porticato. La facciata è decorata da un doppio medaglione raffigurante la Vergine Immacolata e San Giuseppe e una colonna del portico reca lo stemma della famiglia papale. All'interno, all'altezza del primo pianerottolo del vano scale, si trova lo stemma papale in marmo di Carrara, opera del secolo XV, recante le sigle N.PP.V (Niccolò Papa V).

Palazzo Zacchia Arzelà è di epoca rinascimentale e conserva pregevoli affreschi del XVIII secolo al piano nobile.

All’angolo con via Bertoloni si trova il palazzo ottocentesco della famiglia di origine pisana Benedetti. Al piano terreno si trovava il caffè Gioberti che, assieme al Costituzionale sul lato opposto della piazza, ancora oggi attivo, era luogo d'incontro della Sarzana risorgimentale. Di particolare eleganza il cornicione sorretto da mensole alternate a motivi decorativi. L’atrio, con pavimento a scacchiera e copertura a botte, conserva tre statue in terracotta colorata raffiguranti Dante, Petrarca e Ariosto, un monumento funebre con urna cineraria e materiale proveniente dagli scavi di Luni.

Via Bertoloni, che porta il nome del celebre botanico sarzanese Antonio Bertoloni, come si legge nell'epigrafe marmorea posta sulla sua abitazione al n. 53, è ricca di pregevoli facciate, tra cui si distingue quella di Palazzo Fiori, appartenuto alla famiglia Capitani che lo ristrutturò all'inizio del secolo XIX in stile neoclassico e impero. A piano terra si apre un portale in marmo bianco affiancato da due archi sempre in marmo, all’ultimo piano si trovano piccole finestre decorate da ghirlande marmoree. Il semplice atrio rettangolare ha pavimento in marmo e volte a crociera con quattro nicchie destinate ad accogliere busti.

 Via Cattani, via Fiasella e via Mascardi, parallele di via Mazzini, sono riconducibili alla pianificazione medievale di Sarzana. Infatti, contrariamente a via Mazzini, dove si evidenzia una frequente riorganizzazione di edifici precedenti, in questi quartieri il taglio minuto dei corpi di fabbrica, la scarsa gerarchia dei piani sovrapposti, con il piano terreno utilizzato prevalentemente per attività commerciali, la semplicità della facciate, in genere semplicemente intonacate, sono tutti elementi che indicano un'edilizia di serie medievale. In Via Fiasella, all'angolo sinistro di via Buonaparte si trova Palazzo Casoni, edificio di stile rinascimentale, con preziosi affreschi nei saloni del primo piano, edificato da Agostino Favoriti e appartenuto alla nobile famiglia sarzanese dei Casoni, che ricoprirono importanti cariche politiche e religiose. L'edificio divenne, in seguito, proprietà della famiglia Spina e nel 1756 vi nacque il celebre Cardinale Giuseppe Spina. In via Mascardi si trova palazzo Berghini, in stile rinascimentale, inizialmente appartenuto alla famiglia De Benedetti, che si distingue per un grandioso scalone con ringhiera in ferro battuto di foggia francese e notevoli affreschi nei saloni del primo piano. Questo settore della città, ancora piuttosto degradato negli anni Settanta e solo recentemente ammodernato negli impianti di rete, nelle opere fognarie e nelle pavimentazioni, è noto per la presenza di numerose botteghe antiquarie. Nel 1965 un gruppo di antiquari organizzò la prima Soffitta nella Strada, rassegna di mercato dell'antiquariato e del modernariato che si svolge nel periodo estivo nelle strade del centro storico (uno dei primi eventi di questo genere in Italia) mentre nel 1979 fu inaugurata la prima Mostra Internazionale dell'Antiquariato. Le botteghe degli antiquari sono oggi affiancate da altre attività commerciali e molti edifici recuperati ci lasciano scoprire gli ambienti del piano terreno. Spesso sono stati privati dell'intonaco e mostrano le loro strutture murarie in alcuni casi eleganti, ma più spesso eterogenee, composte da materiali misti, ciottoli di fiume di varia pezzatura e mattoni.

Dalla piazza della Cattedrale, proseguendo per via Castruccio, si incontrano sulla destra la sede del Consorzio del Canale Lunense e sulla sinistra il fabbricato ottocentesco del vecchio Ospedale di San Bartolomeo, progettato dell'architetto genovese Pittaluga, decorato nella facciata da una serie di nicchie con i busti in marmo dei benefattori dell'Ospedale.

Chiesa Di San Francesco
Chiesa Di San Francesco Chiostro 2

Al termine di via Castruccio si raggiunge la chiesa di San Francesco. La prima notizia documentata dell'edificio religioso risale al 1238, ma la tradizione attribuisce allo stesso San Francesco l’istituzione del convento. A conferma di ciò, poco distante dal convento si trova una croce di ferro che ricorda l'incontro, avvenuto secondo una tradizione all'inizio del XIII secolo, fra San Francesco e San Domenico. Alla metà del XV secolo, a seguito del passaggio del complesso francescano di Sarzana agli Osservanti, la chiesa ed il convento furono oggetto di una radicaleristrutturazione protrattasi fino al Seicento, nell'ambito della quale venne costruito il chiostro nelle forme attuali. Il chiostro comunicava con l’esterno attraverso due passaggi: quello all’angolo sud-ovest costituisce ancora oggi l’uscita sulla piazza pubblica, mentre quello verso nord dava accesso all’orto e al frutteto. Nel 1870 parte del complesso venne espropriata ed ancora oggi è sede degli Uffici della Pretura. La facciata, con paramento marmoreo nel registro inferiore, intonacata in quello superiore, riprende uno schema diffuso a Sarzana nell’architettura del Tre e Quattrocento, che tende a nobilitare la parte basamentale con l’uso di materiali pregiati, come si evidenzia anche nel palazzo Remedi e nel palazzo Bonaparte. Gli spioventi della facciata sono segnati da una cornice ad archetti pensili trilobati. Sopra il portale, una lunetta del XVII secolo rappresenta la Vergine con il Bambino. L'architrave in marmo raffigura il monogramma di San Bernardino da Siena circondato dal cordone francescano, segno della presenza dei frati Minori Osservanti. La chiesa, molto semplice, come da tradizione degli Ordini mendicanti del Due e Trecento, è ad aula unica con cappelle absidali a pianta quadrata. Nel XVII secolo vennero aggiunte cappelle private costituite da altari entro nicchie lungo le pareti laterali. Tra le opere di rilievo si segnalano nel transetto sinistro il monumento funebre di Guarnerio degli Antelminelli, figlio di Castruccio Castracani, opera ammirevole di Giovanni di Balduccio, e nel transetto destro la tomba del Vescovo Bernabò Malaspina in cui si può distinguere l’intervento di tre autori di diversa abilità nei simboli degli evangelisti, nel ritratto sepolcrale del Vescovo, e nelle formelle che decorano le pareti del sarcofago .Fra i dipinti sono notevoli l' Adorazione dei pastori e la Madonna con Bambino, San Bernardino da Siena e San Salvatore da Orta di Fiasella, Madonna in trono e santi di Antonio da Carpena detto il Carpenino , il Vir dolorum fra Santa Chiara e san Francesco di Priamo della Quercia, fratello del più celebre Iacopo, sulla porta della sacrestia e una grande tela di Tommaso Clerici del 1656 raffigurante l'Adorazione dei Magi posta sulla controfacciata dell'edificio. La chiesa di San Francesco è importante anche per due iscrizioni di grande interesse linguistico, scritte sia in latino che in austro bavarese arcaico che risalgono al XVI secolo, periodo in cui a Sarzana erano presenti i mercenari tedeschi al servizio della repubblica di Genova. La più antica si può leggere nella parete interna della facciata ed è una lapide inricordo di un porta insegne morto nel 1568. L’altra iscrizione si trova fuori della chiesa, ricorda la fondazione di un cimitero per mercenari tedeschi nel 1577 ed è sormontata da un bassorilievo dove sono rappresentati inginocchiati, sotto il crocifisso, il capitano delle milizie tedesche al servizio di Genova e il capitano della guarnigione di Sarzana. Il chiostro è caratterizzato da ambulacri scanditi da colonne ottagonali in laterizio intonacato, con base e capitello a pianta quadrata, del tutto simili a quelli di altri chiostri liguri edificati nello stesso momento. Il chiostro fu affrescato alla fine del XVII secolo dal fivizzanese Stefano Lemmi con un ciclo francescano costituito da quindici lunette, alcune delle quali andate perdute, raffiguranti episodi relativi alla vita del santo, nonché gli episodi relativi alle esequie ed ai miracoli post mortem. Il ciclo è concluso dall'episodio di rarissima iconografia in cui Niccolò V prega sulla tomba di S. Francesco, palese omaggio al papa sarzanese. Come era abituale nei cicli claustrali ogni lunetta fu donata da una famiglia sarzanese, come si deduce dagli stemmi e dai nomi scritti sui cartigli.

Altro edificio rilevante di Sarzana è l’Oratorio della Trinità, nell’omonimo quartiere, eretto per iniziativa di un membro della famiglia Casoni, il cui stemma ricorre più volte all'interno. L’inizio della costruzione va situato, con tutta probabilità, attorno al 1686, anno in cui fu istituita una solenne processione nel giorno dedicato alla Trinità; di cui questo oratorio era la meta. La scena dipinta sulla cupola mostra la Trinità nell'atto di coronare la Vergine al cospetto dei Progenitori e di altri Santi; l'autore di questo dipinto può essere identificato, su base stilistica, nel fivizzanese Stefano Lemmi, autore anche delle lunette del chiostro dei Francescani. Sua è anche la pala d’altare dell’oratorio; il dipinto allude al culto della Trinità e, parallelamente, al culto sarzanese del Preziosissimo Sangue.

 Sarzana è oggi una vivace cittadina sede di numerose manifestazioni culturali tra le quali si segnalano: in maggio Atri fioriti durante la quale è possibile visitare molti atri di palazzi privati generalmente chiusi al pubblico e l’Acoustic Guitar International Meeting; in giugno il Premio Spiros Argiris destinato alle giovani speranze della Lirica di tutto il mondo; in luglio Sconfinando, festival internazionale di musica e suoni dal mondo; in agosto le già citate Soffitta nella Strada e Mostra Nazionale dell’Antiquariato e la Calandriniana, manifestazione di pittori impegnati in produzioni estemporanee nel centro storico; in settembre il Festival della Mente, rassegna dedicata ai processi creativi in genere, a cui partecipano grandi personaggi italiani e stranieri, massimi esponenti nei campi dell'arte, della letteratura, delle scienze e dello spettacolo

La gastronomia sarzanese ricalca, con alcune varianti minime, la cucina ligure e lunigianese, in particolar modo i prodotti da forno come la farinata, le focacce, i testaroli. Specialità tradizionali sono i ravioli, lo stocafisso, il pesto, le verdure ripiene, la scarpazza (torta di verdura), gli sgabei, pasta lievitata, fritta e salata. Tra i salumi tipici va ricordata la Mortadella nostrale, che, a dispetto del nome, è un particolare tipo di salame morbido. Tuttavia Sarzana è conosciuta per l'originalità di un suo dolce tipico, la Spongata, una torta costituita da pasta sfoglia e ripiena di frutta.Nei dintorni sarzanesi, anche in virtù della presenza di piccole aziende vinicole, si producono discrete quantità di vini bianchi, come il famoso Vermentino delle colline di Luni.